AVVOCATI: DI MARCO (A.N.F.) PER QUELLI CON MONOCOMMITTENZA SERVONO SOLUZIONI E TUTELE, NON SI NASCONDANO I PROBLEMI. A.N.F. IN AUDIZIONE ALLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA: SI GUARDI ALL’EUROPA

“Occorre affermare il principio per cui a ogni avvocato deve essere consentito di svolgere la propria attività in molteplici forme: l’ordinamento professionale deve modernizzarsi e consentire che i rapporti di collaborazione fra avvocati e studi professionali possano assumere sia la forma del rapporto di lavoro subordinato, sia quella della collaborazione di tipo parasubordinato. Si deve quindi prevedere un quadro di regole e tutele per entrambe queste tipologie di rapporto. Si guardi all’Europa, dove in tutti gli ordinamenti forensi da decine di anni è consentito l’esercizio della professione di avvocato in forma dipendente e come avviene anche nel nostro Paese, nei rapporti di lavoro degli avvocati di enti pubblici”.

Così il Segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Giampaolo Di Marco, a seguito dell’audizione informale della Commissione Giustizia della Camera, nell’ambito dell’esame, in sede referente, delle proposte di legge C. 428 Gribaudo e c. 2722 D’Orso, sulla disciplina del rapporto di collaborazione professionale dell’avvocato in regime di monocommittenza.

Nel corso dell’audizione di ieri A.N.F. ha ricordato l’importanza delle tutele per i cosiddetti avvocati collaboratori. Una questione che è diventata, nel tempo, sempre più impellente e oggi appare non più aggirabile.

“A.N.F. – continua Di Marco – ritiene che la tutela del fondamentale principio di autonomia e indipendenza di giudizio, intellettuale e tecnico dell’avvocato non si ponga in contrasto con la possibilità di riconoscere che la professione forense possa essere svolta anche in forma di lavoro dipendente e crede che sia certamente possibile individuare e disciplinare forme di tutela dell’indipendenza e libertà dell’avvocato anche nell’ambito del rapporto di lavoro. E’ vero che entrambi i disegni di legge in discussione presentano diverse criticità ed insufficienze, ma riteniamo auspicabile che si giunga ad un testo condiviso, che recepisca dal DDL Gribaudo il fondamentale principio del superamento del divieto assoluto di lavoro dipendente per l’avvocato, ma che poi disciplini in modo organico sia il rapporto di lavoro dell’avvocato dipendente, sia le regole dei rapporti di collaborazione degli avvocati collaboratori in forma continuata”.

“L’Associazione Nazionale Forense è stata la prima a portare nel dibattito pubblico nazionale, fin dall’anno 2010, la questione delle tutele per gli avvocati collaboratori, ora più che mai occorre adeguare l’ordinamento professionale ai cambiamenti e alle evoluzioni di una realtà economica e di un mondo del lavoro che cambiano velocemente” – conclude Di Marco.

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