Il Sole 24 Ore – Beda Romano
Sulla scia del clamoroso scandalo Volkswagen del 2015, relativo alle emissioni nocive delle auto, la Commissione europea ha presentato ieri a Bruxelles un progetto di direttiva che dovrebbe dotare i consumatori di un nuovo strumento comunitario di ricorso collettivo dinanzi alla giustizia ( class action ). L’iniziativa è lodevole, ma rischia di scontrarsi con le numerose gelosie degli Stati membri in campo giudiziario. «In Europa, i diritti dei consumatori esistono e sono sufficientemente forti. Mancano tuttavia strumenti per garantire l’applicazione di questi diritti», ha spiegato la commissaria alla Giustizia Vera Jourová, parlando a un gruppo di giornali europei, tra cui «Il Sole 24 Ore». «Il ricorso collettivo esiste in alcuni Paesi dell’Unione. Vogliamo ora offrire diritti e condizioni comparabili in tutti gli Stati membri, senza per questo modificare alla radice lo stato di cose a livello nazionale, quando questo esiste». La proposta permetterà ai consumatori di presentare domanda collettiva di risarcimentodanni attraverso «un’entità qualificata», secondo la Commissione: saranno associazioni di difesa dei consumatori, senza scopo di lucro e sotto il monitoraggio delle autorità pubbliche. A differenza degli Stati Uniti, non potranno presentare ricorso collettivo le società legali: «Vogliamo promuovere la giustizia, non il business», ha detto la commissaria in una conferenza stampa. Nel contempo, l’iniziativa comunitaria, che dovrà essere approvata dal Consiglioe dal Parlamento, prevede una armonizzazione delle sanzioni. La multa massima potrà essere pari al 4% del giro d’affari della società responsabile del danno nel singolo Stato. Responsabile di giudicare il caso oggetto di ricorso collettivo sarà tendenzialmente la magistratura del foro competente per la società coinvolta dalla vicenda. La sentenza dovrà poi essere riconosciuta negli altri Stati membri.