Con il riordino del processo civile riparte il confronto sul tribunale dei minorenni

di Valentina Maglione e Bianca Lucia Mazzei, il Sole 24 Ore –

Riparte la riforma della giustizia minorile. È infatti tornato all’ordine del giorno del Senato il disegno di legge sul processo civile, che nel testo approvato alla Camera delega il Governo a cancellare i tribunali dei minorenni per sostituirli con sezioni specializzate «per la persona, la famiglia e i minori» pressoi tribunali ordinari. Un progetto che ha acceso discussioni e polemiche: i magistrati si sono scagliati contro l’abolizione dei tribunali dei minorenni, mentre gli avvocati hanno sostenuto l’idea di portare la giustizia minorile in quella ordinaria. Ora che la discussione è ripresa «il testo approvato dalla Camera può essere rivisto», assicura Rosanna Filippin (Pd), relatrice in commissione Giustizia del Senato del Ddl, che delega anche il Governo a estendere le competenze del tribunale delle imprese, a sveltire il processo civile e, sul fronte del processo del lavoro, abroga il rito Fornero. Spazio alle modifiche, quindi, ma con l’obiettivo di accelerare il percorso parlamentare, iniziato a marzo di due anni fa: «Faremo di tutto per approvare il Ddl entro la fine della legislatura ­ afferma Filippin­e per questo abbiamo fissato al 30 gennaio il termine per gli emendamenti». I procedimenti L’anno scorso nei tribunali dei minorenni sono stati avviati 90mila procedimenti, 50mila civili e 40mila penali (secondo le stime sui dati del ministero della Giustizia). Numeri che «sono il risultato del lavoro della procura ­ spiega Ciro Cascone, procuratore capo al Tribunale dei minori di Milano ­: noi facciamo da filtro e cerchiamo di risolvere le situazioni meno gravi coni servizi sociali. Al tribunale ne mandiamo circa la metà». Negli ultimi 13 anni, il numero dei nuovi procedimenti penali è rimasto sostanzialmente stabile mentre sono calati i giudizi civili. Una riduzione dovuta soprattutto alla riforma della filiazione (legge 219/2012), che ha fatto transitare dal tribunale dei minorenni a quello ordinario alcuni procedimenti, cosicché i giudizi civili iniziati nel 2013 sono stati quasi il 24% in meno di quelli avviati nel 2012. Le competenze I magistrati minorili sono 198, distribuiti in 29 sedi (che coincidono con i distretti di corte d’appello) e affiancati da 807 esperti (soprattutto in psicologia e pedagogia) che operano come giudici onorari. Ma non si occupano di tutto il contenzioso che coinvolge i minori: ad esempio, sull’affidamento dei figli durante le separa­ zioni decidonoi giudici ordinari. Questa divisioneè la principale criticità sottolineata dagli avvocati: «Spessoi procedimenti sulla responsabilità genitoriale si sovrappongono alle separazioni ­ rileva Giulia Sapi, vicepresidente dell’Aiaf (associazione degli avvocati per la famiglia e i minori) ­ e i bambini finiscono per essere coinvolti in più giudizi». Un nodo che «si può superare­ sostiene Cascone ­: a Milano evitiamo i conflitti accordandoci coni colleghi ». Né piace agli avvocati il ruolo degli esperti, inquadrati come giudici onorari: «Dovrebbero uscire dal collegio giudicante», sostiene Sapi. Ma i magistrati fanno quadrato: «Sono fondamentali per il nostro lavoro ­ dice Cristina Maggia, procuratore capo a Genova e vicepresidente dell’Aimmf (associazione dei magistrati peri minorennie la famiglia)­ perché riescono a entrare in relazione coni ragazzi». A mettere d’accordo magistrati e avvocatiè la necessità di disciplinare la procedura: «Non esistono norme di rito per i procedimenti sulla responsabilità genitoriale spiega Maggia­e ogni tribunale ha prassi diverse. Serve uniformità». Le prospettive della riforma Nel testo del Ddl approvato alla Camera, quello che più preoccupai magistratiè il rischio di perdita della specializzazione: «È giusto che ci sia un unico giudice per famigliae minori», dice Maria Francesca Pricoco, vicepresidente dell’Aimmf e presidente del Tribunale dei minorenni di Catania. «Ma la riforma non considera il valore fondamentale dell’autonomia gestionale: l’ufficio giudiziario che si occupa di minori e famigliaè una struttura complessa che haa che fare con situazioni difficili e già patologiche, oltre che con le devianze penali». Altro punto dolente è la procura minorile: «Inglobarla in quella ordinaria come gruppo specializzato ma senza funzioni esclusive ­ aggiunge Pricoco ­ farebbe venir meno il lavoro nel civile, che oggi spesso evita l’azione giudiziaria».Piuttosto che abolirli, «bisognerebbe assegnargli ­ dice Giuseppe Spadaro, presidente a Bologna ­ anche le questioni di famiglia di competenza della giustizia ordinaria». A tentare di superare il testo del Ddl approvato alla Camera sono gli avvocati di Cammino (Camera nazionale avvocati per la famiglia ei minorenni)e dell’Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia: «Abbiamo presentato alla commissione Giustizia del Senato un documento ­ spiega la presidente di Cammino, Maria Giovanna Ruo­ che disegna un ufficio giudiziario unico che si occupi di persone, relazioni familiari e minorenni, articolato a livello distrettuale per il penale e alcune materie più delicate, come l’adottabilità,ea livello circondariale per le questioni meno gravi». Se si troverà un punto di incontro lo si inizieràa capire nei prossimi giorni con l’audizione dei magistrati e la presentazione degli emendamenti.

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