DDL CONCORRENZA; PANSINI (ANF): SBAGLIATO STRALCIARE LA NORMA SULLA SOCIETÀ PER AVVOCATI. MINISTRO CALENDA RESPINGA LA PROPOSTA DI CNF E OCF: DDL CONCORRENZA E PROFESSIONE FORENSE NON SIANO ‘GIOCO DELL’OCA’

“La richiesta congiunta del  Consiglio nazionale forense e dell’Organismo congressuale forense di stralciare le norme del disegno di legge sulla concorrenza sulle società tra avvocati è irragionevole e deleteria: il Ministro Calenda respinga al mittente l’idea, che visti i tempi e i modi non tiene conto dell’imminente entrata in vigore del ‘Job’s act’ dei lavoratori autonomi, il cui impatto sulla professione é comunque tutto da valutare, e della necessitá di favorire l’aggregazione tra professionisti e tra avvocati per rispondere ad  esigenze della società civile in continua evoluzione.  Il lunghissimo percorso parlamentare della norma ha portato ad una formulazione che rende del tutto pretestuosa l’asserita minaccia di una compromissione dell’autonomia della professione legale”.

Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Luigi Pansini.

“Giova ricordare infatti che le norme dedicate all’esercizio della professione forense in forma societaria prevedono – continua Pansini –  che i soci, per almeno due terzi del capitale sociale e dei diritti di voto, devono essere avvocati iscritti all’albo e che il venire meno di questa condizione costituisce causa di scioglimento della società. L’incarico poi può essere svolto soltanto da soci professionisti in possesso dei requisiti necessari per lo svolgimento della specifica prestazione professionale richiesta dal cliente. Inoltre, e ciò dovrebbe togliere ogni dubbio a chi considera acriticamente la norma,  i soci professionisti possono rivestire la carica di amministratori e la maggioranza dei membri dell’organo di gestione deve essere composta da soci avvocati”.

“La professione forense non è un gioco dell’oca, per cui si può pensare di ricominciare dal via come se le condizioni fossero le  stesse di un’epoca ormai passata: in gioco ci sono il futuro degli avvocati e dei professionisti più giovani e l’esigenza di adattare il ruolo e le competenze dell’avvocato alle mutate richieste di cittadini e imprese”- conclude Pansini.

 

Roma 13 giugno 2017

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