Esami di abilitazione il business dei corsi di preparazione

La Repubblica – Affari Finanza

Dal volontariato al business. Va da un estremo all’altro il mondo delle scuole che preparano i neolaureati agli esami di Stato in Italia. Ci sono corsi e tirocinii delle università colti ma generalisti, degli ordini professionali con molti limiti di capienza, delle scuole private aperte a tutti, ma costose e ‘mordi e fuggi’. Tra i farmacisti la preparazione alle prove è considerata una perdita di tempo perché si risolve in due o tre settimane di ripetizione di tutte le materie già studiate per la laurea appena presa; per gli aspiranti avvocati invece è un percorso a ostacoli, spesso ad alto prezzo, e dall’esito quantomai incerto; per chi vuole diventare magistrato, la scuola pre-abilitazione è un passaggio lungo e costoso, lacrime e sangue anche per chi ambisce alla professione di commercialista. Solo alcuni esempi. I notai. Gli aspiranti hanno l’obbligo di 18 mesi di pratica, sei dei quali durante l’ultimo anno d’università, e poi devono studiare duro per il concorso. Sedici scuole degli ordini, sparse per tutto il paese, e per non più in totale di 600 allievi, a prezzi ‘politici’ da 300 a 700 euro, a fronte dei 1600 che nel 2015 si sono presentati al concorso. Dunque spazio alle private. Michele Labriola, consigliere nazionale del notariato con delega all’accesso, spiega che “le scuole istituzionali tendono a una formazione deontologica, oltreché pratica e teorica. Le altre, certamente più costose e interessate al business, accelerano sulla preparazione e puntano al superamento dell’esame”. C’è anche la soluzione on line, come ha sperimentato con successo la Galli, a Roma e Napoli, scuola a conduzione familiare che tiene corsi in videoconferenza. I medici . Gli aspiranti possono studiare su migliaia di quiz, quest’anno sono stati 6500, che il Miur pubblica sul proprio sito, 180 dei quali, a caso, vengono presi per il test di abilitazione. Roberto Stella Varese, responsabile per la formazione della Fnomceo (la federazione degli ordini dei medici) sintetizza: “La preparazione è prevalentemente spontanea. Questa strada offerta dal Miur è per i giovani una bella opportunità. Esistono però anche delle società private che offrono corsi. Sono un po’ specchietti per le allodole. È come andare a fare l’esame della patente di guida, un business come tanti che costa diverse centinaia di euro”. Con questa formula, nel 2015 i promossi sono stati il 96%. “Gli esami – conclude Stella Varese – in fondo sono un corollario. Vale di più il tirocinio abilitativo di tre mesi”. Gli avvocati . La pratica forense è il miglior viatico, secondo il professor Salvatore Sica, vice presidente della Scuola superiore dell’avvocatura. L’ordine nazionale ha 80 scuole, 50 iscritti a testa, per 160 ore di corsi in 18 mesi, con prezzi variabili, dalla gratuità assoluta a rimborsi spese fino a 700 euro. “La scuola – afferma la consigliera Francesca Sorbi – dovrebbe dare al tirocinante competenze professionali oltre allo studio. Però c’è un salto tra il corso professionalizzante e l’accesso che ha ancora forti basi nozionistiche”. A Roma è iniziato il sesto corso della fondazione ‘Vittorio Emanuele Orlando’. Del tutto gratuito, si tiene nell’aula avvocati della Cassazione. Al bando dello scorso gennaio ha ricevuto 400 domande su un bacino di 2800 candidati all’esame, numero che già risente della crisi di questa professione. Il direttore Riccardo Bolognesi porta all’esame 200 allievi. “Nelle lezioni – precisa – partiamo dal caso concreto, dalla sentenza o dalla fattispecie, per poi elaborare i principi giuridici. Dopo anni di studi universitari, l’approccio concreto è un’altra cosa”. Lezioni da gennaio a novembre e 15 esercitazioni scritte. Quest’anno c’è l’incognita della riforma che vieta i codici commentati agli esami, anche se si parla di una proroga. Senza codice sarà un bagno di sangue”. Le private scaldano i motori, sono tante e con tariffe fino a 2000 euro. “La competizione c’è sempre stata – osserva Bolognesi – alcuni fanno un buon lavoro, altri sono avventurieri che si mettono sul mercato”. Le università cercano di recuperare terreno per ottenere l’accreditamento in vista della riforma che renderà obbligatorie le scuole. E premono per collaborare con gli ordini. A Palermo “lo stanno facendo due atenei pubblici e uno privato”, racconta l’avvocato Francesco Greco, del Consiglio forense che nella scuola ‘Ferdinando Parlavecchio’ ha 130 iscritti. Quota di iscrizione più rimborsi spese. “Cerchiamo di dare una formazione giuridica completa, a differenza delle scuole non ufficiali che sono esamifici. Da quelle escono ragazzi in grado di superare gli esami, ma non dei giuristi”. I commercialisti. Sul fronte dei commercialisti, al costo di otto euro l’ora, la scuola dell’ordine di Milano, ‘Felice Martinelli’, tiene da più di vent’anni corsi di 200 ore in collaborazione con le università milanesi per i praticanti. “Si fa ripasso – spiega la coordinatrice Alessandra Tami – e aggiornamento su consulenza finanziaria, fiscale, societaria, norme fallimentari e le operazioni di finanza straordinaria”. Professionisti e docenti universitari sono volontari. Sessanta allievi in media, iscritti in orari non d’ufficio in quanto il corso non sostituisce il tirocinio di 18 mesi. Non è più tempo di folle oceaniche perché, come avverte Domenico Posca, il numero degli studenti che si iscrive al registro dei praticanti per andare agli esami, è calato del 30% negli ultimi tre anni. Gli ingegneri . GLi aspiranti, spiega il numero uno Giuseppe Zambrano, dispongono di corsi gratuiti su come si gestisce un’opera pubblica, la sicurezza in cantiere, la deontologia professionale. In Veneto e in Toscana, dice il presidente nazionale Giuseppe Capocchin, grazie a protocolli con l’università, i praticanti architetti fanno il tirocinio di sei mesi in uno studio che gli consente di saltare la prova scritta, e vengono retribuiti con 400 euro al mese. I farmacisti. Per Titti Faggiano, farmacista, direttore scientifico della Sifo, i programmi universitari sono teorici e i corsi non obbligatori per l’esame uno stress inutile. “Se per fare un’attività di laboratorio non vale la laurea, allora c’è qualcosa che non funziona. In questi corsi di abilitazione c’è qualcuno che specula”

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