Il Sole 24 Ore, di Beda Romano –
La Commissione europea ha colto oggi l’occasione del quarto rapporto annuale sulla giustizia nei Ventotto Paesi dell’Unione europea per ribadire l’urgenza di modernizzare il sistema giudiziario italiano, che nonostante alcuni miglioramenti rimane farragginoso e poco indipendente. La presa di posizione giunge a ridosso delle prossime raccomandazioni-Paese che verranno pubblicate in maggio. Molti osservatori si attendono nuovi richiami sulla situazione della giustizia in Italia.
Secondo le ultime statistiche della Commissione europea, relative al 2014, sono sempre necessari oltre 500 giorni per risolvere in primo grado una lite commerciale e amministrativa. Il dato è migliorato rispetto al 2013 e al 2012, ma è peggiorato rispetto al 2010. L’Italia è al terzultimo posto, prima di Malta e Cipro. Rispetto ad altri Paesi, l’Italia ha pochi magistrati (poco più di 10 ogni 100mila abitanti), ma un gran numero di avvocati (circa 375 ogni 100mila abitanti).
Il problema dell’indipendenza della magistratura in Italia non riguarda tanto il rapporto dei magistrati con il governo quanto la commistione della magistratura con la politica. Nel Consiglio superiore della Magistratura, i magistrati sono rappresentati sulla base di correnti politiche. La stessa Associazione nazionale dei magistrati non nasconde la sua natura politica. Il suo nuovo presidente Piercamillo Davigo aveva detto a suo tempo che voleva rivoltare l’Italia «come un calzino».
Da qualche anno, ormai, la Commissione europea insiste perché i Paesi modernizzino il sistema giudiziario. Nelle raccomandazioni-paese del 2015 questa preoccupazione era la terza su sei. Nel rapporto pubblicato oggi, l’esecutivo comunitario fa notare che l’Italia aveva promesso riforme nel campo dell’informatizzazione della giustizia, nel settore delle professioni legali e nel diritto processuale. Nel 2015, nei tre campi, gli annunci sono stati messi in pratica.
Infine, è da notare – in un momento in cui le intercettazioni telefoniche così come le fughe di notizie sulle indagini giudiziarie tornano d’attualità – che Italia e Cipro sono i soli Paesi che non hanno inquadrato in modo formale le relazioni tra i tribunali e la stampa. In 14 paesi sui 26 presi in considerazione, il sistema giudiziario si è dotato di figure di portavoce in primo grado, secondo grado, e in Cassazione, dando loro precise linee-guida nei rapporti con i giornalisti.