GIUSTIZIA; PANSINI (ASS. NAZ. FORENSE): BENE DECISIONE TRIBUNALE DI ROMA CHE HA DICHIARATO INELEGGIBILI I VERTICI DEL CNF. CHIUSA GIUSTAMENTE BRUTTA PAGINA AVVOCATURA. LA PROFESSIONE HA BISOGNO DI RIFORME STRUTTURALI

“Il Tribunale di Roma ha dichiarato l’ineleggibilità di nove consiglieri del Consiglio Nazionale Forense, compreso l’ex Presidente, Andrea Mascherin; è una decisione che è entrata nel merito della questione dell’applicabilità del limite del doppio mandato alla massima istituzione forense nazionale, che ha confermato il provvedimento cautelare di marzo scorso e che adesso deve essere attuata senza se, senza ma e senza atteggiamenti pilateschi e di comodo. Questa pagina nera dell’Avvocatura va chiusa velocemente. Inoltre, quello di oggi è un provvedimento che deve far riflettere perché si inserisce in un momento storico negativamente caratterizzato dalla crisi delle forme di autogoverno di avvocatura e magistratura e perché evidenzia come, nell’avvocatura, ancora vi sia chi a livello locale e nazionale, pur esaltando ruolo costituzionale e funzione sociale dell’avvocato, ritiene che pluralismo democratico e partecipazione al governo dell’avvocatura non siano valori e principi che devono caratterizzare innanzitutto l’operato di coloro che ricoprono cariche istituzionali” – così Luigi Pansini, Segretario Generale dell’Associazione Nazionale Forense a seguito della pronuncia di oggi del tribunale capitolino sull’ineleggibilità di alcuni componenti del Consiglio Nazionale Forense.

“È necessario – continua Pansini – che il Ministero della Giustizia provveda ora all’adempimento dei procedimenti necessari per adeguare la situazione di fatto attuale alla decisione del Tribunale e per assicurare all’Avvocatura una massima istituzione che, nel pieno dell’effettività di tutti i suoi componenti e con tutte le componenti dell’avvocatura, voglia e sappia promuovere una stagione nuova e di reale riforma della professione, fortemente “scossa”, al pari di tutte le altre, dall’emergenza sanitaria, dall’assenza di forme organizzative e di welfare adeguate al mutato contesto sociale nonché dalla mancanza di una visione del futuro a tutela delle colleghe e dei colleghi (e dei professionisti) più giovani”.

“Non c’è tempo e non c’è spazio per personalismi dannosi e pretestuosi; le riforme della giustizia e della professione rappresentano priorità che necessitano di un’Avvocatura autorevole e rispettosa dei principi democratici più basilari” – conclude Pansini. 

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