Gli avvocati e l’appello contro la nuova prescrizione

Corriere della Sera, di Virginia Piccolillo –

La riforma penale sì, ma la prescrizione lunga no. È una «lettera appello» quella recapitata ieri al ministro della giustizia, Andrea Orlando, dall’Unione Camere Penali. In vista dell’annunciata accelerazione sull’approvazione della riforma penale, ben vista dal Quirinale, gli avvocati tentano di segnare un limite invalicabile. «La prescrizione è l’unica norma che di fatto attua la Costituzione sorvegliando la durata dei processi», scrivono. «Non la vanifichi per rispondere alla demagogia di una magistratura intollerante di ogni limite», invocano. E invitando il ministro della Giustizia «a non tradire la sua cultura», chiedono: «Riorganizzi Procure e Tribunali, dia loro strutture e personale necessario, tolga ogni alibi a chi amministra e dirige gli uffici giudiziari, ma non consegni una via di fuga da quello che è il dovere di ogni Stato civile: garantire la celerità dei giudizi».

Il problema è che l’attuale sistema lascia spesso impuniti i colpevoli di reati gravi perché la prescrizione scatta prima dell’arrivo della sentenza. «Certo, ma non si può confondere l’effetto con la causa. Sarebbe come “taroccare” il termometro invece di somministrare l’antipiretico a chi ha la febbre» replica l’avvocato Francesco Petrelli, segretario dell’Ucpi. E respinge con forza l’argomentazione più diffusa: a rendere lunghi i processi sono le tattiche dilatorie degli avvocati. «Le Camere Penali – sottolinea – fecero un’indagine a tappeto già nel 2006-2007, venne fuori che solo l’1,9% dei rinvii era dovuto alla difesa. Il resto era dovuto a una cattiva organizzazione degli uffici. Dieci anni dopo il dato è invariato. È lì che si deve intervenire».

L’Anm di Piercamillo Davigo evidenzia come sia difficile punire i corrotti, con la prescrizione breve. «Allora cosa si vuole fare? – chiede Petrelli -. Con la prescrizione lunga si arriva a 18-20-21 anni di processo. Vogliamo lasciare l’imputato, ma anche le parti civili, convivere con il processo fino alla morte?». Il messaggio è inviato: «Si stralci la prescrizione, è materia troppo delicata da affrontare solo perché qualcuno ha detto “fate in fretta”».

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