«Bene le parole del ministro Nordio, che ha bollato la riforma della geografia giudiziaria come sostanzialmente fallimentare, annunciandone una profonda revisione». Così il segretario dell’Associazione nazionale forense Giampaolo Di Marco interviene dopo che il guardasigilli ha prefigurato un almeno parziale dietrofront rispetto alle chiusure dei tribunali compiuta nel 2012. «Non si volle, all’epoca del governo Monti, ascoltare gli avvocati, che denunciavano il gran pasticcio di accorpare tribunali come si trattasse di un gioco da tavola, camuffandolo da riforma razionalizzatrice delle risorse del sistema giustizia. Si è rivelato un disastro», dice Di Marco, «accompagnato da scelte incomprensibili e polemiche tra territori a volte pretestuose, il tutto con una sottovalutazione della crescente pressione sugli uffici mantenuti in piedi, ignorando persino il richiamo dell’Unione europea alla Giustizia di prossimità». È «di tutta evidenza», secondo il segretario dell’Anf, «che alla giustizia non è applicabile un criterio meramente burocratico, perché l’efficienza nella giustizia si raggiunge attraverso la digitalizzazione, la costituzione degli uffici di prossimità, ma garantendo sempre una giustizia territoriale che è segno della presenza dello Stato nei territori più difficili e un servizio irrinunciabile per i cittadini, costretti in questi anni a fare vere e proprie trasferte giudiziali. Ci auguriamo che l’intento espresso dal ministro Nordio prenda rapidamente forma, e che piani di sviluppo e operativi vengano condivisi tra tutti gli operatori della giustizia».
