Il Sole 24 Ore – 03/01/2023
Un successo a metà quello della digitalizzazione del processo civile. Secondo i giudici contabili «l’introduzione del processo civile telematico e gli obiettivi di maggiore efficienza legati alla digitalizzazione dei giudizi garantiscono solo in parte il rispetto del principio della ragionevole durata dei processi, che appare per lo più perseguibile con adeguate procedure di risoluzione extragiudiziale delle controversie».
Le criticità sono evidenziate nella relazione che la Sezione centrale di controllo della Corte dei conti sulla gestione delle amministrazioni dello Stato ha reso nota ieri e per i giudici di controllo «sono legate non tanto all’amministrazione di riferimento, quanto al complessivo percorso di digitalizzazione in atto nel pubblico e nel privato, in un ambito che, per i soli processi civili, ha comunque coinvolto – tra luglio 2014 e dicembre 2020 – circa 1,2 milioni di professionisti attivi nel telematico, con più di 56 milioni di atti telematici depositati e oltre 34 milioni di provvedimenti nativi digitali». Pur evidenziando le novità introdotte dal Pnrr sull’Ufficio per il processo (modulato sull’esempio anglosassone) e alle applicazioni sperimentali di intelligenza artificiale nei giudizi, la Corte sottolinea che «la digitalizzazione dei processi costituisce un percorso lungo e laborioso, come testimoniano le numerose raccomandazioni Ue sulla riduzione dei tempi della giustizia italiana». Questo, ha specificato la Corte, «in virtù di una legislazione spesso episodica e poco organica».