È innegabile che la Legge di Stabilità 2016 contenga alcune interessanti novità per i professionisti ed una in particolare per gli avvocati.
Una prima misura degna di rilievo è costituita dall’innalzamento delle soglie minime di ricavi per poter accedere al regime fiscale forfettario: i professionisti con ricavi annui non superiori a 30.000 € sconteranno una aliquota irpef del 15%. La novità, che recepisce le critiche di quanti, all’indomani della introduzione del regime fiscale forfettario, avevano correttamente lamentato la incomprensibile disparità di trattamento riservata ai professionisti (per i quali erano state stabilite soglie di ricavo davvero minime, quasi ai limiti della indigenza), amplia sensibilmente la platea dei potenziali destinatari (solo per rimanere nell’ambito dell’avvocatura, quasi il 60% degli iscritti alla Cassa Forense nel 2012 ha dichiarato un volume d’affari non superiore ad € 45.650 e poco più del 25% del totale non ha fatturato più di € 16.500) ed alleggerisce il prelievo fiscale di un comparto, quello delle professioni intellettuali, in debito d’ossigeno a causa di una costante contrazione dei redditi.
Non meno interessante è la misura che, equiparando i liberi professionisti alla piccole e medie imprese, consente anche ai primi di accedere ai Fondi Strutturali EU per il periodo 2014/2020. Finalmente si schiudono alle esigenze del mondo professionale enormi risorse finanziarie sino ad ora riservate alle imprese e si mettono i professionisti nelle condizioni di effettuare importanti investimenti in progetti innovativi.
La terza ed ulteriore novità riguarda esclusivamente gli avvocati, i quali potrannocompensare i loro crediti verso l’Erario per onorari liquidati in regime di gratuito patrocinio con i debiti fiscali e previdenziali. La disposizione, dopo alcuni interventi che, negli anni scorsi, avevano palesato la volontà del legislatore di ridurre le risorse destinate al gratuito patrocinio o comunque di rendere più difficoltoso l’accesso alla giustizia dei meno abbienti, segna una apprezzabile inversione di tendenza. Le somme stanziate per la copertura finanziaria di questa agevolazione, però, sono davvero esigue: appena dieci milioni di euro che saranno assolutamente insufficienti se si pensa che nel 2014 per difensori di ufficio e di persone ammesse al patrocinio a spese dello Stato l’Erario ha pagato 173.000.000 € (si veda la Relazione sullo stato delle spese di giustizia presentata al Parlamento dal Ministro della Giustizia in data 13.07.2015).
In definitiva, non può negarsi una certa attenzione di questo Esecutivo alle esigenze ed ai problemi della galassia delle professioni intellettuali (attendendo il Jobs Act dedicato al settore), ma al contempo non si può ignorare che il processo di assimilazione dei professionisti alle imprese fa un ulteriore passo in avanti, con buona pace di quanti vivono nella nostalgia di un passato che non c’è più (e che non ritornerà) e non si avvedono che la condizione peggiore è quella della ibridazione: un po’ professionisti (con tutti i conseguenti obblighi) ed un po’ imprenditori (senza beneficiare delle agevolazioni a favore delle imprese).
Giuseppe Sileci – Guida al Diritto