Orlando «trucca» i dati sulla giustizia?

Il Tempo, di Dimitri Buffa – Hanno reso molto difficile l’accesso alla giustizia civile aumentando a dismisura i costi e le procedure, e adesso dicono che i ricorsi sarebbero calati. Però non parlano del fatto che su 4 milioni e rotti di cause giacenti tre quarti hanno accumulato ritardi da richiesta di risarcimenti ex legge Pinto. Che è un altro buco nero delle statistiche visto che non si conoscono esattamente né quante richieste pendano, né i costi certificati, anche se si parla di mezzo miliardo di euro l’anno. E soprattutto pochi sanno che i pagamenti vengono fatti ben oltre i cinque anni dalle sentenze e dalle ordinanze. Visto che ancora stanno rimborsando il 2010 in sedi strategiche come Perugia che si occupa di tutte le magagne giudiziarie di Roma. Nascondono i dati sui processi penali non mettendo sul sito del ministero di via Arenula i procedimenti contro ignoti. Che dovrebbero essere ben più di un milione. Dicono che le carceri sono tornate vivibili e che i detenuti sono ormai poco più di 52 mila, dai 67 mila che erano quando scoppiavano letteralmente, ma per la vivibilità applicano burocraticamente lo standard di tre metri quadrati per detenuto, stabilito da varie sentenze Cedu, senza calcolare suppellettili e mobilio nelle celle. Dicono di investire sulla giustizia e sulla preparazione dei magistrati ma due giorni fa il Csm ha dedicato un’intera seduta allo scandalo delle toghe fuori ruolo che sono oltre 1600 rispetto alle 8 mila che fanno i magistrati e non i consulenti ministeriali. Quasi un quinto del totale, quindi. Questo è il metodo che gli esperti del dicastero di Andrea Orlando stanno usando per dare la possibilità al ministro di bissare sabato la passerella auto elogiativa che alcuni giorni fa ha fatto in Parlamento. Rita Bernardini, radicale e esperta del settore, vorrebbe rovinare la festa e per l’intanto in ripetuti interventi a Radio radicale parla esplicitamente di «gioco delle tre carte». Poi snocciola anche dati e circostanze che, alla faccia della trasparenza, è dovuta andarsi a riperticare con fatica, incrociando le statistiche di vari soggetti istituzionali e prendendo a piene mani, soprattutto per quanto riguarda la giustizia civile, dal censimento e dalla relazione del magistrato Mario Barbuto sulla giustizia e il suo stato in generale. Qui è venuta anche la prima sorpresa sui procedimenti penali contro ignoti. Barbuto scrive che «la scelta di omettere tali conteggi è dettata da motivi di opportunità e semplificazione ed è conforme alle prassi di gran parte dei Paesi del Consiglio d’Europa». Da notare che meno di un anno fa i procedimenti con autori ignoti li aveva quantificati proprio lui nel numero di 925.000. Che aggiunti ai 3.500.000 con autori noti, fanno arrivare il contenzioso penale pendente a quasi a 4,5 milioni. Ma nella relazione al parlamento (e verosimilmente accadrà la stessa cosa in quella che sarà letta sabato in Cassazione) le cifre erano state scorporate. I procedimenti contro ignoti non sono una cosa trascurabile. Proprio Barbuto ammette infatti che «si tratta di una mole consistente di procedimenti, che è pari alla metà circa di quelli comunque iscritti nei registri delle Procure, che pure comportano incombenze di segreteria e, spesso, indagini investigative di una certa complessità: si pensi agli omicidi volontari ad opera di ignoti, agli attentati terroristici, ad alcune stragi mafiose, agli incidenti stradali mortali provocati dai pirati della strada, agli atti di vandalismo collettivo, solo per citare i casi più significativi?». Tutto ciò però tocca andarselo a cercare nelle centinaia di pagine di questo censimento del marzo 2015, come ha fatto la Bernardini. La quale sottolinea anche come i metodi di rilevazione dei dati siano «assolutamente non omogenei per i singoli distretti di corte di appello». Questi dunque sono solo alcuni dei metodi di imbellettamento dei dati da parte di via Arenula. Nel civile si sono ridotte le pendenze rendendo difficilissimo fare causa, e quindi non rendendo un servizio ai cittadini. Con le carceri si gioca sui metri quadri con o senza suppellettili della cella, quali letti , tavoli e tavolini vari. E per quanto riguarda la giustizia penale si fa finta che non esistano oltre un milione di procedimenti contro ignoti. Il metodo usato è più o meno lo stesso con cui si risolse il problema ecologico dell’atrazina nelle falde idriche un po’ di tempo fa: dichiarare potabile l’acqua che non lo era secondo nuovi standard burocratici.

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