Il Sole 24 Ore – Giovanni Negri –
Un taglio dell’ordine di almeno il 40% della durata dei processi civili e del 10% di quelli penali. Con una serie di misure da presentare in parlamento già nell’arco delle prossime settimane. Anche perché la riduzione della durata dei giudizi, con il conseguente recupero di risorse da destinare allo smaltimento dell’arretrato, condurrà a un miglioramento tangibile non solo per i cittadini ma anche per le imprese. Il testo del Pnrr mette infatti in chiaro come il dimezzamento dei tempi medi di durata di una causa può produrre un aumento del 10% della dimensione delle imprese, e come, d’altra parte, una giustizia inefficiente peggiora le condizioni di finanziamento delle famiglie e delle imprese: il confronto tra province mostra che un aumento dei procedimenti pendenti di 10 casi per 1.000 abitanti corrisponde a una riduzione del rapporto tra prestiti e Pil dell’1,5 per cento.
Sul processo civile l’intervento si muove lungo tre direttrici: modifiche alla procedura, rafforzamento delle alternative al circuito ordinario della giurisdizione, riforma del processo esecutivo e dei procedimenti speciali. Sul Codice non si intende procedere a stravolgimenti di più ardua assimilazione da parte di avvocati e magistrati; il ministero della Giustizia si propone piuttosto di rivedere la fase istruttoria attraverso un più rispettoso utilizzo del calendario del processo e, per esempio, l’assunzione di testimoni fuori dalla circoscrizione del giudice adito attraverso forme di collegamento telematico.
Dal punto di vista generale si rendono effettivi il principio di sinteticità degli atti e il principio di leale collaborazione tra il giudice e le parti (e i loro difensori) attraverso un insieme di strumenti premiali, bilanciati da sanzioni per i casi di mancata osservanza.
Una particolare attenzione viene riservata alla digitalizzazione del processo: tra gli interventi innovativi della legislazione emergenziale sono consolidati e stabilizzati i modelli della udienza da remoto e della udienza mediante trattazione scritta. Quanto alle impugnazioni, punto critico per la gran quantità di cause pendenti, a venire potenziato è il filtro di ammissibilità, per una più efficace selezione delle impugnazioni manifestamente infondate, nello stesso tempo è semplificata la fase di trattazione e istruttoria del procedimento, devolvendo la gestione delle udienze e l’eventuale assunzione di nuove prove a un solo consigliere.
Sulle adr, in campo verranno messi incentivi sia fiscali sia economici, estendendone l’applicabilità anche a materie sinora trascurate; la negoziazione assistita, per esempio, potrà riguardare non più solo separazione e divorzio, ma anche la crisi della famiglia non matrimoniale.
Detto che l’attenzione al tema della crisi d’impresa (il Piano ricorda che una riduzione da 9 a 5 anni dei tempi di definizione può generare un aumento di produttività dell’1,6%) ha condotto la ministra Marta Cartabia a istituire una commissione che dovrà concludere i lavori a inizio giugno, il Piano rafforza la tutela del creditore in possesso di un titolo esecutivo, attraverso l’alleggerimento delle forme, la semplificazione dei modelli processuali, l’accelerazione dei tempi e la maggiore effettività. Tra l’altro, l’esecuzione potrà essere avviata attraverso una semplice copia attestata conforme all’originale; nel settore dell’esecuzione immobiliare, si prevede una generale riduzione dei termini per il deposito della certificazione ipocatastale, tagliando la fase introduttiva di almeno 60 giorni; potenziato poi lo strumento della delega, con rigidi controlli sul delegato e ammessa la vendita diretta del bene pignorato da parte del debitore.
I tempi di attuazione nel civile prevedono entro settembre l’approvazione delle leggi delega, nel 2022 i decreti delegati e gli effetti dal 2024.