Processo civile, l’emendamento della ministra verso lo sblocco

Il Sole 24 Ore – 

Potrebbe approdare la prossima settimana in Parlamento il maxiemendamento del Governo che riscrive il processo civile. Obiettivo della Ragioneria, alla quale il testo era stato inviato ormai due settimane fa, è di bollinare le disposizioni già nell’arco delle prossime ore.

Gli approfondimenti hanno riguardato soprattutto la parte dedicata alla mediazione, dove da parte del ministero della Giustizia si punta a un rafforzamento dello strumento anche attraverso una pluralità di incentivi.

In particolare, sotto la lente della Ragioneria sono finite le misure che prevedono la semplificazione della procedura di riconoscimento del credito di imposta, estendendolo anche al compenso dell’avvocato nei limiti previsti dai parametri professionali, al contributo unificato sostenuto dalle parti nel giudizio estinto a seguito della conclusione dell’accordo del procedimento di mediazione.

Introdotti poi l’estensione del patrocinio a spese dello Stato nelle procedure di mediazione e di negoziazione assistita e un inedito di un credito di imposta per gli importi non corrisposti oltre alla riforma delle spese di avvio della procedura di mediazione e delle indennità spettanti agli organismi di mediazione.

Oggetto di attenzione, ma su un piano diverso dalla copertura finanziaria, sono state le disposizioni che rivedono la disciplina dell’ufficio del processo, struttura di supporto all’attività del magistrato , anche attraverso la previsione di nuove assunzioni sia pure a tempo. Impegno di spesa questo già comunque contemplato nel contesto del Recovery Plan.

Concluso questo passaggio, il maxiemendamento verrà depositato al Senato, dove in commissione Giustizia già sono stati presentati gli emendamenti delle diverse forze politiche al disegno di legge delega presentato dall’allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

E se dalla magistratura, negli interventi dei rappresentanti dell’Anm, sono arrivati tutto sommato apprezzamenti per le proposte della ministra Marta Cartabia, forti sono invece le perplessità già espresse dall’avvocatura, con interventi del Consiglio nazionale forense, dell’Ocf e dell’Unione delle camere civili. Sfumature differenti, ma medesimo filo conduttore: a non piacere sono soprattutto le nuove regole dell'”ordinario” rito civile, assai poco garantiste e tutte virate su quella che viene vissuta come una forzatura che intende privilegiare la velocità dei giudizi a danno dei diritti delle parti.

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