Qualche giorno fa il ministro della Giustizia, sollecitata sul tema, ha inviato una lettera che rimanda alla nuova legge forense, da qui la pronta presa di posizione del Cnf che mostra assoluta apertura alla possibilità che il ministero autonomamente vari un decreto correttivo. Ma secondo Nicola Marino, presidente dell’organismo di rappresentanza politica dell’avvocatura (Oua) «oltre che una questione di corretta interpretazione della legge professionale, si tratta di volontà politica nel tutelare gli interessi della classe forense. Per questo chiediamo al Cnf di impegnarsi insieme all’Oua, agli ordini e alle associazioni a favorire un’unitaria e rapida soluzione a un problema che colpisce economicamente l’avvocatura. Tutto ciò consentirà un più sereno processo di definizione anche dell’iter per il nuovo regolamento sui parametri previsto dalla legge forense e già avviato il 28 febbraio scorso dal Consiglio nazionale con un’ampia consultazione».
Riparte la caccia ai nuovi parametri
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