«La mia prima preoccupazione è stata quella di avere un colloquio con il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa – spiega il ministro Paola Severino – perché mi sembrava di buon senso iniziare a utilizzare i parametri che erano il risultato di un testo concordato con tutte le componenti della categoria e dunque largamente condiviso. Il Cnf, nella sua autonomia, ha invece ritenuto di ricominciare da capo. Il ministero non ha alcun margine di manovra, per soddisfare le richieste che ci giungono dall’avvocatura». Gli avvocati chiedono, dunque, l’applicazione del decreto correttivo dei parametri in attesa del regolamento del Consiglio nazionale forense. Il Cnf, dal canto suo, il 28 febbraio ha inviato agli ordini una bozza con i nuovi criteri all’insegna della «trasparenza e della semplicità».
Patrizia Maciocchi