Una legge delega per tagliare i tempi dei processi civili

ItaliaOggi – 

Ancora una delega per la riduzione dei tempi dei processi civili. E un percorso accelerato per diventare magistrati con una semplificazione del concorso. Sono alcuni delle fi nalità indicate nella bozza di disegno di legge recante delega al governo per la riforma complessiva dell’ordinamento giudiziario. Il ddl si occupa anche di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati candidati o che hanno ricoperto cariche politiche. Altro argomento di estrema attualità è la proposta di modifi che delle disposizioni sulla costituzione e funzionamento del Csm. PROCESSO CIVILE Dal punto di vista dei cittadini, delle imprese e, più in generale, degli utenti del servizio giustizia, la parte più interessante è rappresentata dall’annuncio dell’obiettivo di accelerazione della defi nizione e contenimento della durata dei procedimenti civili. Peraltro tale dichiarazione iniziale, riportata all’articolo 1 del testo della bozza di ddl, non è seguita, poi, dalla indicazione di criteri e principi direttivi. Il tema non è certamente nuovo e, anzi, solo qualche mese fa, alla fi ne del 2019, il governo Conte ha licenziato un disegno di legge delega interamente dedicato per l’efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie (si veda ItaliaOggi del 7/12/2019). Il consiglio dei ministri ha deliberato il 6/12/2019, poi il ddl è stato presentato in senato il 9/1/2020, ed è stato rubricato come «atto senato n. 1662». La scheda dell’iter in commissione giustizia del senato è molto scarna: il 3 marzo 2020 il ddl è stato illustrato dal relatore e la riunione si è chiusa con la proposta di un ciclo di audizioni. Evidentemente il tema della riduzione dei tempi dei processi civili richiede più di un innesco e si attendono gli sviluppi per poter individuare il coordinamento tra le diverse iniziative. Facile, allo stato, osservare che il percorso legislativo per accelerare i processi non certamente è rapido. MAGISTRATI Esame più facile per entrare in magistratura. Il ddl sulla ennesima riforma dell’ordinamento giudiziario programma modifi che alla disciplina dell’accesso in magistratura. Innanzi tutto (con un ritorno al passato) si disporrà che i laureati, che hanno conseguito la laurea in giurisprudenza a seguito di un corso universitario di durata non inferiore a quattro anni, possano essere immediatamente ammessi a partecipare al concorso per magistrato ordinario. Questa misura serve, certo, a coprire i posti in organico, ad avere più giudici per maggiore produttività del. Servizio giustizia. Anche se si potrà ribattere che il lavoro del magistrato non richiede solo un esame nozionistico delle conoscenze giuridiche. Peraltro, il ddl si accontenta di un prove di concorso più leggere, in quanto un criterio della delega prevede una riduzione delle materie oggetto della prova orale, mantenendo le seguenti: diritto civile, diritto penale, diritto processuale civile, diritto processuale penale, diritto amministrativo, diritto costituzionale, diritto dell’Unione europea, diritto del lavoro ed ordinamento giudiziario,e colloquio in lingua straniera. PENALE Gli altri obiettivi comprendono la programmazione dell’attività delle indagini penali, l’uso del merito per le promozioni dei magistrati, una maggiore responsabilizzazione dei magistrati con una modifi ca degli illeciti disciplinari. Altre norme indicano maggiori restrizioni in materia di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative e di assunzione di incarichi di governo.

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