No alla retrodatazione dell’iscrizione alla Cassa forense: il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha bocciato il regolamento della cassa con una nota del 5 giugno scorso, prendendo in esame il regolamento redatto ai sensi dell’articolo 21 commi 8 e 9 della legge 247/2012.
La nota dichiara che la previsione di iscrizione retroattiva al 2 febbraio 2013 «non appare in linea con il quadro normativo di riferimento» prevedendo altresì che non sarebbe ragionevole considerare iscritto un soggetto senza aver prima disciplinato le conseguenze di tale iscrizione.
Un vero problema per i giovani legali per la presidente dell’Associazione italiana giovani avvocati (Aiga), Nicoletta Giorgi: «Se la Cassa sarà costretta a recepire tale indicazione del ministero, oltre 50mila colleghi perderanno un anno di contribuzione previdenziale. Questi infatti non sono potuti rimanere iscritti all’Inps, attesa l’entrata in vigore della legge 247/2012, e ora non possono neppure vedersi iscritti alla Cassa forense per l’anno 2013. Un caso sicuramente anomalo atteso che la legge 335/95 impone l’iscrizione obbligatoria alla gestione separata Inps ai professionisti non iscritti alle casse professionali».
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Tra le possibili conseguenze, per non disattendere la legge 335/95, la discesa in campo dell’Inps che potrà bussare alla porta per chiedere i relativi contributi non versati. Diversamente, i più giovani dovranno lavorare un anno in più per raggiungere gli anni contributivi necessari alla pensione «ma chi oggi ha 36 anni» – cita ad esempio Giorgi – dovrà necessariamente ricorrere alla retrodatazione onde evitare, per un anno di contribuzione mancata impostagli dallo Stato, di arrivare a 70 anni con meno di 35 anni di contributi versati e quindi con la prospettiva di avere diritto solo alla pensione contributiva.
Viceversa, il ministero del Lavoro non trova nulla da ridire sulla retrodatazione dell’iscrizione alla cassa, con le medesime modalità e costi previsti dal regolamento dei contributi vigente alla data del 2 febbraio 2013, così come previsto dall’articolo 3 comma 5 del regolamento della Cassa forense.
Articolo del Sole 24 Ore