Il VII Congresso Nazionale della Associazione Nazionale Forense,
riunito a Bergamo nei giorni 21- 24 maggio 2015
all’esito della discussione sui temi che hanno formato oggetto delle relazioni introduttive e delle tavole rotonde,
assume i contenuti delle relazioni e del dibattito, nonché le relative conclusioni, impegnando l’Associazione in particolare sulle seguenti linee di azione:
1/ Con riferimento al primo tema concernente la giurisdizione:
a/ un ripensamento della regolamentazione delle ADR in modo che queste costituiscano una effettiva alternativa e non un ostacolo al ricorso alla tutela giurisdizionale, riordinando in maniera organica il sistema delle materie e il rapporto tra i vari istituti;
b/ la valorizzazione del ruolo degli avvocati anche nella fase pre-giudiziale, affidando agli stessi la possibilità di svolgere istruttorie anticipate ed attività funzionali al buon esito del giudizio (ad esempio: provvedimenti monitori e volontaria giurisdizione);
c/ il complessivo recupero dell’efficienza della risposta giurisdizionale, modernizzando l’impianto organizzativo della giustizia attraverso l’individuazione di nuovi modelli organizzativi improntati a criteri di efficienza manageriale, la valorizzazione delle buone prassi ed il coinvolgimento/ concertazione con i soggetti della giurisdizione, in primis con l’avvocatura, nonché attraverso il riordino della magistratura onoraria e la compiuta realizzazione del processo telematico;
2/ Con riferimento al secondo tema concernente l’internazionalizzazione della professione forense
a/ la presa d’atto che il perseguimento dell’obiettivo dell’uniforme regolamentazione a livello europeo della professione forense si scontra con la legge professionale (n. 247/12), che, inevitabilmente, ove il legislatore ordinario non intervenisse, verrà travolta dalle liberalizzazioni e dalla concorrenza, che tendono alla creazione di un’attività professionale moderna, basata sulla qualità del servizio reso, sulla trasparenza e sul rigoroso rispetto della deontologia professionale, su un’apertura al mercato garantita dall’adeguatezza delle forme organizzative e delle modalità di esercizio della professione;
b/ la formazione di un modello professionale ad hoc e di un giurista orientato alla risoluzione delle controversie tra soggetti economici e sociali che operano in realtà diverse, nonché la costituzione di una rete di operatori del diritto;
c/ un attenta riflessione sull’accesso alla professione e sulla pratica forense, che riconosca maggior valore allo svolgimento del tirocinio professionale all’estero, anche al di fuori dell’Unione Europea, determinandone i contenuti;
3/ Con riferimento al terzo tema concernente l’organizzazione degli studi legali
a/ affrontare senza pregiudizi il tema delle nuove frontiere della attività professionale e della organizzazione di cui ci si deve dotare per un più alto livello di efficienza e di redditività del servizio, nel rispetto del ruolo costituzionale della difesa;
b/ affrontare e predisporre nuovi modelli organizzativi degli studi professionali, anche attraverso l’utilizzo di quelli già previsti dall’art. 10 della l. 183/ 2011 e/o di modelli innovativi di società tra professionisti, anche multi professionali, promuovendo il confronto sulla partecipazione del capitale; quanto sopra con particolare riferimento alla previsione di forme di incentivazione per lo start up in favore dei giovani e di forme di equa tutela, anche sotto l’aspetto del welfare, per i soggetti operanti a vario titolo negli studi professionali;
4/ Con riferimento al quarto tema concernente le prospettive di riforma dell’ordinamento forense
a/ la necessità di una profonda e incisiva riforma della legge n. 247/ 2012, rivelatasi totalmente inadeguata a disciplinare la nuova figura dell’avvocato dentro e fuori la giurisdizione, nel mercato e nel suo ruolo fondamentale della tutela dei diritti;
b/ la necessità di promuovere una riflessione senza pregiudizi sui meccanismi di rappresentanza e della governance, sia a livello istituzionale che a livello politico;
c/ nel frattempo, mentre si procede alle concertazioni onde pervenire alle occorrenti e condivise modifiche sulla legge professionale, va segnalato al CNF ed al Foro l’urgentissima necessità a che il CNF stesso dia compiuta attuazione alla previsione di cui all’art. 61 della legge n. 247/ 2012 circa l’istituzione di “apposita sezione” del CNF per la decisione dei ricorsi in materia disciplinare, sezione che sia costituita assicurando l’incompatibilità per i suoi componenti con la funzione amministrativa e normativa e ciò anche con riguardo alle altre funzioni giurisdizionali previste anche dall’art. 36 l. n. 247/ 2012.
IL TESTO DELLA MOZIONE IN FORMATO PDF Mozione 4_BERGAMO
Bergamo, 21- 24 maggio 2015