Le statistiche del Ministero della Giustizia, facciamo chiarezza

LE STATISTICHE DEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA   Ogni trimestre sul sito del Ministero della Giustizia vengono pubblicate le statistiche relative al numero dei procedimenti civili pendenti in Italia (“monitoraggio della giustizia civile”). Il numero complessivo dei procedimenti pendenti è pari alla somma di tutti gli affari civili pendenti dinanzi ai tribunali ordinari, ai giudici di pace, ai tribunali per i minorenni, alle corti d’appello, Alla Corte di Cassazione, ad eccezione dell’attività del Giudice Tutelare e degli Accertamenti Tecnici Preventivi (ATP) in tema di previdenza. Inoltre, nell’ambito dei procedimenti pendenti, va distinta l’area SIECIC (che comprende i procedimenti esecutivi e i fallimenti) dall’area SICID (che comprende i procedimenti del contenzioso civile, contenzioso lavoro, famiglia, volontaria giurisdizione). Infine, sempre sul sito del Ministero della Giustizia, vengono pubblicate le statistiche dei procedimenti civili pendenti suddivise per distretto di Corte d’appello e vengono riportati unicamente i numeri relativi al contenzioso dinanzi ai tribunali ordinari e alle corti di appello. Nelle statistiche suddivise per distretto, tuttavia, si tiene conto solo dei procedimenti compresi nell’area SICID al cui interno è contenuta un’ulteriore sotto-classificazione:

per i tribunali: affari contenziosi, lavoro, previdenza e assistenza, affari di volontaria giurisdizione, procedimenti speciali sommari;

per le corti d’appello: affari contenziosi, lavoro, previdenza e assistenza, affari di volontaria giurisdizione.

La classificazione dei procedimenti pendenti riportata nelle statistiche distrettuali è differente da quella riportata sul monitoraggio trimestrale nazionale. La classificazione dei procedimenti per distretto non riporta i numeri dei procedimenti pendenti dinanzi ai giudici di pace, ai tribunali per i minorenni e dinanzi alla Corte di Cassazione, viceversa computati nel numero complessivo indicato di volta in volta nel “monitoraggio trimestrale”.

Esempio: nel monitoraggio trimestrale al 31.12.2018 i procedimenti civili complessivi (SIECIC + SICID), pendenti dinanzi ai tribunali ordinari, ai giudici di pace, ai tribunali per i minorenni, alle corti d’appello e alla corte di cassazione sono 3.443.105 di cui: 2.915.313 per l’area SICID (affari contenzioso, lavoro, famiglia e volontaria giurisdizione) e 527.792 per l’area SIECIC (esecuzioni e fallimenti).

I procedimenti al 31.12.2018 dell’area SICID sono 2.915.313 e, disaggregando i dati per uffici giudiziari sulla base delle statistiche per distretto, si evince che, dei 2.915.313 procedimenti: 1.567.587 sono quelli pendenti dinanzi ai tribunali ordinari e 269.453 sono quelli pendenti dinanzi alle corti di appello.

I giudizi pendenti in ambito civile dinanzi alla Corte di Cassazione al 31.12.2018 sono 111.353: il dato si evince dal sito della Corte di Cassazione, non essendo invece riportato nelle statistiche pubblicate sul sito del Ministero della Giustizia.

Il Ministero non pubblica le statistiche relative ai procedimenti civili pendenti dinanzi ai tribunali per i minorenni e ai giudici di pace.

Sul monitoraggio trimestrale al 31.12.2018, pubblicato sul sito del Ministero della Giustizia, in data 3.4.2019 è precisato quanto segue: “i dati del 2018 sono estratti dal datawarehouse della giustizia civile (ultimo aggiornamento del sistema il 10.2.2019), tranne il dato dei giudici di pace e del tribunale per i minorenni che risultano parzialmente stimati”. L’ultimo dato disponibile sui giudici di pace è quello della relazione ministeriale a firma di Barbuto dell’11.8.2015: i procedimenti pendenti al 30 giugno 2014 erano 1.248.572.

Con mail del 28 maggio 2019, sono stati richiesti all’Ufficio Statistiche del Ministero della Giustizia i dati relativi alla pendenze dinanzi ai giudici di pace e ai tribunali per i minorenni. Alla data odierna, non vi è stato riscontro.Il numero dei procedimenti civili pendenti dinanzi ai tribunali per i minorenni e ai giudici di pace dovrebbe essere presumibilmente pari alla differenza tra il numero complessivo dei procedimenti pendenti (2.915.313) e quello dei tribunali ordinari + corti d’appello + corte di cassazione.

LA DISAGGREGAZIONE DEI DATI Le statistiche per distretto permettono un’ulteriore disaggregazione dei dati. Infatti, nel numero di 1.567.587 procedimenti civili pendenti dinanzi ai tribunali ordinari sono compresi: 78.022 procedimenti speciali sommari e 178.883 procedimenti di previdenza e assistenza. Nel numero di 269.453 procedimenti civili pendenti dinanzi alle corti di appello sono compresi: 32.122 procedimenti di previdenza e assistenza. I procedimenti speciali sommari, come da Codice di procedura civile, sono: il procedimento di ingiunzione, quello per convalida di sfratto, i procedimenti cautelari (sequestro, denuncia di nuova opera, istruzione preventiva, provvedimenti di urgenza), il procedimento sommario di cognizione e i procedimenti possessori.

Ad esempio, nel ricorso per ingiunzione, il giudice non decide una lite tra due o più soggetti ma si limita ad emettere un decreto ingiuntivo (o a rigettarne la richiesta) senza alcuna attività contenziosa processuale (che sorge invece solo nel caso eventuale del giudizio di opposizione avverso il decreto emesso).

I procedimenti di previdenza e assistenza sono invece caratterizzato da un elevato tasso di serialità (peraltro, nel rapporto Barbuto del mese di ottobre 2014 si legge quanto segue: “l’INPS detiene un triste primato: siamo i primi azionisti dei tribunali civili del Paese. L’Istituto risulta coinvolto in circa un milione di cause, quindi rappresentiamo all’incirca il 20 per cento delle cause presso i tribunali civili”).

Negli affari di volontaria giurisdizione, anche se dal numero complessivo dei procedimenti pendenti sono esclusi – sia nei monitoraggi trimestrali che nelle statistiche per distretto – l’attività del giudice tutelare, gli accertamenti tecnici preventivi (ATP) in tema di previdenza e le verbalizzazioni di dichiarazione giurata, è possibile procedere all’individuazione di quei procedimenti in cui il giudice non definisce una lite tra due o più parti e, di conseguenza, escluderli dal numero dei procedimenti civili contenziosi (dove il giudice definisce una lite con un suo provvedimento) pendenti.

Quindi, se dal numero complessivo di 1.567.587 procedimenti civili pendenti dinanzi ai tribunali ordinari al 31 dicembre 2018 si eliminassero i ricorsi per decreto ingiuntivo (già compresi nel numero di 78.022 procedimenti speciali sommari) e si eliminassero quegli affari di volontaria giurisdizione in cui il giudice non decide una lite e che non sono compresi tra quelli già esclusi (giudice tutelare, ATP di previdenza) e si tenesse conto delle cause seriali in tema di previdenza e assistenza, comprese già nel numero di 178.883 procedimenti pendenti, il numero dei procedimenti “realmente contenziosi” (in cui il giudice definisce una lite tra due o più parti) pendenti dinanzi ai tribunali ordinari sarebbe più vicino al milione che al milione e mezzo.

Lo stesso dicasi per i procedimenti in Corte di appello, rispetto alle cause di previdenza e assistenza.

CAUSE A RISCHIO LEGGE PINTO  Infine, il “monitoraggio trimestrale” al 31.12.2018 pubblicato sul sito del Ministero della Giustizia il 3.4.2019, evidenzia che i procedimenti a rischio LEGGE PINTO sono: 369.436 dinanzi ai tribunali ordinari (rispetto ai 1.567.587 totali, desumibili dalla statistiche per distretto), 110.033 dinanzi alle corti di appello (rispetto ai 269.453 totali, desumibili dalle statistiche per distretto) e 75.206 dinanzi alla corte di cassazione (rispetto ai 111.353 totali indicati sul sito della Corte di Cassazione).

LE CAUSE ISCRITTE E DEFINITE   Utilizzando le statistiche per distretto di Corte di Appello al 31.12.2018 e prendendo a campione i tribunali di Milano, Torino, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo, possiamo notare che, secondo la definizione delle statistiche per distretto:

a Milano i procedimenti civili iscritti e definiti nel 2018 sono stati rispettivamente 84.056 e 89.441 rispetto ai 84.751 e 88.759 del 2017;

a Torino i procedimenti civili iscritti e definiti nel 2018 sono stati rispettivamente 46.031 e 48.204 rispetto ai 45.425 e 46.263 del 2017;

a Venezia i procedimenti civili iscritti e definiti nel 2018 sono stati rispettivamente 18.109 e 18.478 rispetto ai 18.285 e 17.688 del 2017;

a Bologna i procedimenti civili iscritti e definiti nel 2018 sono stati rispettivamente 27.999 e 28.135 rispetto ai 28.211 e 28.463 del 2017;

a Firenze i procedimenti civili iscritti e definiti nel 2018 sono stati rispettivamente 25.830 e 29.501 rispetto ai 25.895 e 26.376 del 2017;

a Roma i procedimenti civili iscritti e definiti nel 2018 sono stati rispettivamente 127.578 e 127.902 rispetto ai 130.264 e 127.429 del 2017;

a Napoli i procedimenti civili iscritti e definiti nel 2018 sono stati rispettivamente 58.177 e 60.594 rispetto ai 58.350 e 64.649 del 2017;

a Bari i procedimenti civili iscritti e definiti al mese di settembre 2018 sono stati rispettivamente   23.460 e 24.921 rispetto ai 32.741 e 39.741 dell’intero 2017;

a Palermo i procedimenti civili iscritti e definiti nel 2018 sono stati rispettivamente 32.725 e 33.576 rispetto ai 34.012 e 34.147 del 2017.

CONSIDERAZIONI   Tutti gli interventi legislativi degli ultimi anni sono stati motivati con la necessità di far fronte al numero ingente dei procedimenti civili pendenti e di assicurarne la celerità di definizione, ma nessuno ha mai dimostrato e/o spiegato il nesso tra interventi sul codice di rito e diminuzione dei procedimenti / celerità degli stessi. Il lavoro statistico del Ministero è assai utile in quanto l’esatta interpretazione dei numeri dei procedimenti civili, a seguito di una loro rigorosa classificazione, consente di individuare le aree sulle quali intervenire per rendere più agevole il funzionamento della macchia giustizia. Non si capisce perché non costituiscano una priorità di tutti gli uffici giudiziari e del Ministero della Giustizia l’attività di rigorosa classificazione dei procedimenti (in Italia la classificazione è più rigorosa di quella adottata per i rapporti CEPEJ), la loro esatta e completa diffusione e la precisazione secondo la quale, ad esempio, tra i procedimenti speciali sommari e le cause di previdenza rientrano procedimenti (i ricorsi per decreto ingiuntivo) in cui il giudice non definisce una lite, e quindi non siamo in presenza di un procedimento contenzioso in senso stretto, o che sono caratterizzate da un alto tasso di serialità. Non è dato sapere se nel dare seguito all’ultimo rapporto del progetto Strasburgo 2, in che termini e con quali modalità sia stata messa in atto una seria e capillare attività di organizzazione del lavoro degli uffici giudiziari. Nessuno spiega la relazione tra una riforma del codice di rito e il numero dei procedimenti pendenti, considerato che tutti sanno che il collo di bottiglia è rappresentato dalle cause pendenti dinanzi alle Corti di Appello e alla Corte di Cassazione, che giudici di pace e tribunali ordinari riescono a far fronte alle cause iscritte annualmente, che le ADR e il contributo hanno incisi sulla domanda di giustizia, che la difficoltà vera è quella di smaltire i procedimenti a rischio Pinto in cassazione. È necessario prima conoscere il reale stato numerico dei procedimenti civili e, solo all’esito, valutare se l’intervento migliorativo deve riguardare le norme processuali o l’aspetto organizzativo degli uffici. Non il contrario, come di regola avviene.

Roma, 29 maggio 2019.


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